Due parole sulle piante che ci inquinano…

“Questo è il selvaggio west, tienti saldo, giardiniere di frontiera, dove sei non c’è certezza di che cosa spunterà di anno in anno, tu tienti pronto – Io so quanto eccitante possa essere il lavoro.”

Wiley, K., On the wild side, Portland, USA, Timber Press, 2004, pag. 9. (Trad. personale).

E’ uscito, da poco, uno studio che afferma come le foreste oltre ad assorbire anidride carbonica rilasciano metano, un gas anch’esso responsabile del temuto effetto serra. Parlando a SciDev.Net, Frank Keppler del Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, Germany coautore dell’articolo di Nature, 12 January 2006 ha chiarito tre punti al pubblico. In primo luogo, i loro risultati non significano che i programmi di rimboschimento dovrebbero essere condannati. Gli alberi assorbono l’anidride carbonica, il gas serra più importante: i motivi ecologici per piantarli sono ancora validi. Secondariamente, i cambiamenti nella quantità generale di metano emessa dalle piante, compreso i cambiamenti che potrebbero peggiorare il riscaldamento globale, sono probabilmente causati dalle attività umane quale il disboscamento. Ultimo, è necessaria molto più ricerca per scoprire come le emissioni del metano dalle piante variano secondo la specie, la temperatura, l’umidità, la luce solare ed altri fattori.

Personalmente, come giardiniere mi sono venute in mente le parole di Wiley e il voto, sempre più convinto, ad osservare, osservare la natura che ci circonda, per portarla, quanto più possibile, dentro di noi e poter con essa lavorare, crescere, mutualmente… Non rimango esterefatto se scopro che le piante, nella lotta per la vita, anche ci avvelenano, come noi umani del resto: avveleniamo e curiamo, siamo per gli altri bene e male, spesso allo stesso tempo… E’ difficile comprenderlo, personalmente dico che ne vale la pena: essere consapevoli e ottenere margini di scelta (ad es. più mutualità meno competizione) è una delle prerogative che rendono la condizione umana una esperienza unica e bella.

Infine, con Wiley, penso al dono, sempre improvviso e stupefacente, che un giardino in fiore, ci regala.

Un saluto grande 🙂

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