Aliene aliene!
Così invece che godermi la bellezza ho cominciato a ruminare ancora sul tema piante Esotiche/Alloctone/Aliene /Aliene invasive. Alla discussione in rete, tra blogger, ben tracciata in questo post da Equipaje, confesso non ho nulla da aggiungere, se non qualche citazione. Così dagli atti di un convegno dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale leggo
Le specie aliene, definizioni e distribuzione in Italia
Una specie aliena è una specie che si è dispersa al di fuori del suo areale naturale in maniera accidentale o deliberata; i suoi sinonimi possono essere termini come ‘specie esotica’ o ‘specie alloctona’. A seconda della loro frequenza e delle loro capacità di propagazione le specie aliene possono differenziarsi in: occasionali, la cui capacità riproduttiva nel nuovo habitat è scarsa e quindi sopravvivono solo poche generazioni; naturalizzate, nel caso in cui si riproducono senza l’intervento umano e non creano danno agli habitat naturali; invasive, quando, grazie alle loro capacità riproduttiva, invadono gli habitat, mettondo a rischio la presenza di specie native e alterando l’ecosistema. Le invasive possono anche definirsi “nocive” quando la loro propagazione è tale da essere considerata un serio danno ecologico ed economico.
…
La distruzione degli habitat e l’espansione delle specie aliene invasive sono considerate le maggiori responsabili per il rischio di estinzione delle specie spontanee di tutti i continenti. Nell’articolo 8 (h) della Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992, di cui l’Italia è Stato firmatario nel 1994, si sottolinea il rischio delle specie esotiche per gli ecosistemi naturali impegnando i Paesi contraenti a vietare l’introduzione e, se già presenti, ad eradicare esotiche invasive. Hurka (2002) cita infatti che: “Le specie aliene sono fra le principali cause per la perdità della biodiversità, seconda solo alla distruzione degli habitat”. In Italia sono presenti centinaia di specie di piante vascolari aliene considerate invasive (Viegi 2001) e sono diversi gli habitat dove queste specie si riproducono e si sono naturalizzate. Al momento sono censite 6711 spontanee e 782 specie aliene (Conti et al., 2005).
Uno dei “dogmi” della cultura ambientalista è la salvaguardia e la diffusione delle piante autoctone che si traduce in una vera e propria messa al bando delle specie aliene invasive: maggiori responsabili per il rischio di estinzione delle specie spontanee. Ma non tutti sono d’accordo: nel mondo scientifico grande clamore ha fatto la pubblicazione di David Theodoropoulos Invasion biology. Critique of a pseudoscience. David la mette giù dura ed arriva a sostenere che le piante aliene invasive sono sintomi e non cause della modificazione degli ecosistemi. Insinua David: e se la bioinvasione fosse una via per lenire le ferite di un organismo globale? E quanto, la più recente produzione scientifica sul tema, ha a che fare con la nostra fobia per il diverso, per l’invasore, per l’alieno?
Trovo questi interrogativi interessanti e così vi invito a leggere il paper introduttivo di David http://dtheo.org/AABGAPaper.htm. Vi invito anche a leggere la critica dell’autorevole Annals of Botany (cliccate qui).
Più ci penso e più mi complico. L’adesione alla moltitudine vitale, al crescere e armonizzarsi di quante più forme di vita possibili, è una scelta, non una scienza. Personalmente la mia scelta. La lotta alle invasive non poggia su conoscenze inconfutabili ma piuttosto su un bisogno/visione della nostra razza e in questo quadro preziose ed indispensabili sono prudenza ed attenzione… E curiosità naturalmente.
Che dire ancora: incontri alieni e felici a tutti 😉
Comments
12 Responses to “Aliene aliene!”Trackbacks
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[…] di cui si parla poco, diciamo sempre meno. Uno di questi che rimbalza di blog in blog (andate qui per esempio, oppure qui e soprattutto qui) suona all’incirca così: “le piante provenienti da […]
godere dello spettacolo o rimuginare? bel dilemma.
certo che senza alcune di queste aliene, che almeno appartengono al mondo naturale, alcuni luoghi delle nostre città sarebbero veramente lunari o marziani – sto pensando a quanto le robinie, gli ailanti, le fitolacche e compagnia bella amino le zone più zozze e inquinate…che debbano obbedire ad un disegno a noi segreto?
saluti inquieti, cat
i post sulle escort e sulla fattoria pigra mi hanno fatto ribaltare dalla sedia! peccato non aver potuto commentare subitamente – come addetto vendite accetto subito! quando si parte?
Sono d’accordo sulla difesa della biodiversità ma ma natura stessa ha sempre accettato gli alieni …
Darwin non ci dice nulla?
in ogni caso non possiamo chiuderci in un fortino, è una guerra persa in partenza;
come la mettiamo allora con patate, pomodori e melanzane? dobbiamo tornare a mangiare solo rape? buonissime ma noi amiamo la bellezza, la varietà e le cose buone, gnamgnam.
PS. fra un po’ in Piemonte inizia la stagione della bagna caoda e i topinambur sono irriunciabili! mettiamoci pure la coscienza a posto.
Ma sai Paolo che da quando siamo su questo tema oramai anch’io seguito a vedermi intorno solo (normalissime) piante “aliene” e/o addirittura alieni pericolosi? 😀
Usando il linguaggio “adatto”, ci vuol davvero poco a creare una perfetta sindrome paranoica da invasione.
Giusto ieri Nicola in mail mi ha mandato quest’altro provocatorio articolo/saggio di David Theodoropoulos: http://dtheo.org/NativesVs.Exotics.htm.
Poi lo aggiungo alla “bibliografia”, insieme a questo che pubblichi oggi tu.
E sì: qualunque sia il versante da cui lo si affronta, l’argomento risulta comunque scivolosissimo… avremo ampio modo di dibatterne ancora il prossimo anno perché il 2010 è l'”anno internazionale della biodiversità” e la lotta agli alieni è ai primi posti dell’agenda europea.
Ciao! 🙂
Vi avverto… ho venduto l’anima alla tesi di Theodoropoulos 😀
Risulterebbe che il 95% di tutti i bulbi, i semi e le piante vendute ogni anno in Italia sia di provenienza estera (per alcune piantine occorre risalire alla provenienza della talea o d’altro). Talvolta anche i vivai forestali ricoltivano piante provenienti da supervivai stranieri e probabilmente comprano le ghiande di quercia raccolte nei Balcani.
E’ un discorso un po’ diverso dal tema “nativo/alieno”. Faccenda che mi pare superata in partenza dalla strepitosa coincidenza fra le parole “foresto/forestiero” e foresta…
La recensione di Annals of Botany, anche se la critica del contenuto è probabilmente corretta (non ho letto il libro), parte da un elemento sempre fastidioso: il recensore è prima andato a vedere se l’autore era parte integrata della comunità scientifica “normale” oppure no, se pubblicava su riviste indicizzate oppire no, eccetera. Giudicare i contenuti senza pregiudizio forse era più corretto. detto questo, il Theodoropoulos dev’essere un rompiscatole mica male!
una traduzione per noi madrelingua armeni?
Di tutto questo dibattito, enorme ed a più facce, a me colpisce sopratutto il fatto che c’è una grossa parte “emozionale” sottostante anche a quello che poi si traduce (o preme per tradursi) in azione concreta. Non so… ho come l’impressione che se dici “ok… accettiamo gli organismi alieni” ti si guarda in tralice perchè sei pro-globalizzazione-cattiva (oppure sei contro la “patria”); se dici “le piante/animali alloctoni vanno fermati” sei amico delle multinazionali che producono diserbanti (oppure sei un inguaribile sognatore che non ne afferra i risvolti prosaicamente economici della cosa). Mi riferisco sopratutto ai vai testi e brani che ho potuto leggere, più che al dibattito bloghettiano.
Ciao a tutti
Silvio hai ragione! Ci vorrebbe una traduzione almeno di Theodoropoulos. Allora facciamo un appello: se alcuni conoscono qualcosa di già tradotto o hanno possibilità di tradurre noi ci siamo. Ben lieti di segnalare.
Secondo me di tradotto in it. non c’è proprio nulla. E la traduzione spetta senz’altro “di diritto” a chi ha segnalato, ovvero: a te e Nicola 😉
per tutti quelli che non comprendono del tutto l’inglese come me:ho cercato su google David Teodoropoulos (accanto c’è traduci questa pagina)poi ho cliccato invasion biologica critica di una pseudoscienza e poi sotto invasione degli stranieri ,nativi vs esotici saggi.
me lo vado a rileggere