C’entra!

Nella notte

Cosa c’entra il giardino con il fuoco, la notte, in compagnia dei propri figli in collina? Cosa c’entra il mestiere del giardiniere con l’emozione della natura condivisa con i propri cari?

Non c’entra – professionalmente non c’entra – mi dicono i colleghi e mi dico da solo. E’ vero:  il nostro mestiere si coltiva nelle fiere di settore, negli eventi ai grandi giardini, ovunque ci si possa “collegare” ai gusti e bisogni della gente. Capisco, come capisco che rimanere ai margini non è solo “mancanza”, che poi in fondo questa gran fiera del giardino non è così ricca come si sforza di apparire.

Sul coltivare il mestiere poi la penso come Chen il cinese quando dice che per fare i giardini non serve ricalcare pedissequamente gli antichi (e le mode aggiungo io) ma piuttosto aiutarsi con una vita ricca e una vasta cultura.

Sulla vasta cultura ho parecchio da lavorare: sulla vita ricca ho molte fortune.

Un saluto grande 🙂

Comments
8 Responses to “C’entra!”
  1. Emanuela ha detto:

    C’entra eccome, caro Paolo! Inventare e progettare è uno dei compiti del giardiniere. Normalmente gli adulti “perdono” sguardo e creatività, perché molto hanno visto e molto li annoia. I bambini no: sono nel pieno delle potenzialità e della scoperta. Inventano e creano in continuazione. Come quando disegnano nell’aria con i tizzoni ardenti. Lo sai che è così che è nata l’Arte? Allora avere a che fare con questo sguardo “nuovo” dei bambini è come andare all’Università: si “acquista” senza perdere le competenze e vengono molte idee buone anche per gli adulti, a cui sembrerebbe dedicato ogni sforzo estetico dei giardinieri. Meno estetica e più estasi, che con la parola stasi ha a che fare, perché invita a stare fermi e godersela un po’. Dopo viene anche la fatica, sì. Il progetto deve essere realizzato e la terra deve essere smossa, le piante messe a dimora, curate, guidate… Ma senza quello sguardo bambino, i giardini, pur belli, rimangono senza idee e un po’ freddini: guardare ma non toccare. Le tue foto sono bellissime.

  2. silvana ha detto:

    …ma cosa sono i giardini se non emozioni…?..ore serene a tutti i giardinieri a quelli veri e a quelli per finta..silvana.

  3. Alessandro ha detto:

    Non c’entrerà il mestiere del giardiniere, ma il giardino c’entra. Da un pò vado pensando che il giardino, il fuoco, la notte, la compagnia dei propri figli in collina, sono come una sorta di involontario mezzo di comunicazione tra noi e la natura. Qualcosa ci fa pensare ad un legame antico, come un mito. Non è chiaro, il segnale è molto disturbato, indecifrabile, coperto da millenni di storia, ma in queste occasioni è come se ci avvicinassimo ad una parete e sentissimo dall’altra parte un qualche messaggio che parla di un legame tra tutto e tutti. Qualcosa che ha a che fare con la Madre natura e il legame delle cose. Qualcosa di religioso insomma.

    • Paolo ha detto:

      Assolutamente con le tue parole Alessandro: solo una differenza sul rapporto con quella “parete” e soprattutto con quel “al di là”: personalmente un mistero non una religione.

  4. Alessandro ha detto:

    Si, forse più un mistero. Sono giunto a queste considerazioni, dopo aver messo ordine ad una serie di idee che girovagavano per il cervello. Piacerà sapere che il tassello mancante l’ho trovato un giorno leggendo “Educare al giardino”.

  5. emanu ha detto:

    E’ buffo che siamo tanto stupiti di essere natura anche noi. Possiamo metterci tutte le corazze e le maschere che vogliamo (anche questa è una cosa atavica) ma basta “tornare a casa” che la Mamma ci chiama. 🙂 Scopriamo che dà un senso alla vita e scopriamo che se non avessimo avuto la scusa dei bambini, forse avremmo per sempre perso questa riscoperta preziosa per noi adulti come per loro. E il giardino? Artefatto. In senso positivo. Non “altra cosa” ma scelta di azione e trasformazione. Può avvenire in disaccordo con la natura? Infine… non del tutto. Gli elementi sono sempre quelli che propone il nostro piccolo pianeta. Come i bambini, abbiamo una scatola di oggetti e possiamo scegliere di metterli in fila o di disporli con una casualità che ci piace. Però per prendere un respiro profondo… sapete cosa fa il bambino? Si mette nella scatola, insieme a quegli oggetti e lascia scorrere i pensieri…

  6. gatto silvestre ha detto:

    Gentile Alessandro,

    il segnale è disturbato perché non è abbastanza certo che la Natura sia nostra Madre (lo diceva anche Pasolini, lo ricorda? che non c’è niente di naturale nella Natura…).

    Un etnografo di un’altra galassia non direbbe, osservandoci, che noi apparteniamo a questo pianeta, vista la mole e la qualità di prove della nostra indole al saccheggio, alla predazione e all’insulto. A nessun altro animale verrebbe in mente di distruggere la Madre che lo nutre, o di renderla sterile.

    Forse c’è una Natura in noi, e le parole di Emanuela lo dimostrano.

    Magari semplicemente non è questa.

  7. Alessandro ha detto:

    Siamo natura quanto un sasso appena calciato. Dalle nostre parti però la natura ci piace dominarla, ma appena smettiamo di farlo un brivido ci assale. Se ci stessimo sbagliando? C’entra, c’entra.

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