Per una natura che dialoga
Può essere amicizia quella tra un ambiente naturale, un paesaggio e un essere umano? Ha senso questa domanda? La gioia (e la fatica) che proviamo nella vita prossima a un giardino, un bosco, una campagna ricca e varia si può tradurre in sentimenti umani quali la fratellanza, la comunione, l’amicizia appunto?
E nel nostro rapporto con il mondo vegetale, con le singole piante, quali sentimenti e idee della vita sviluppiamo?

Almost, inserito originariamente da Paolo Tasini.
Ecopsicologia, Ecologia spirituale, Ecoteologia sono alcune delle tante linee di pensiero che di questi tempi riscuotono grande interesse. Sempre più sono i pensatori che raggiungono questi territori provenienti da una cultura classica scientifica: sentite ad esempio cosa scrive Vladimir Antonov, Ph.D in biologia, a proposito di natura vegetale e umana:
… Anche le piante sono esseri viventi. Anche dentro i loro corpi, come nei nostri, vivono le anime. Di solito sono anime con un grado di sviluppo tipicamente “vegetale”, cioè iniziale. Ciononostante, conosco qualche albero-uomo. Però sono anime umane abbastanza sviluppate, grandi e forti; Queste persone non hanno ottenuto la Calma necessaria durante le loro vite precedenti nei corpi umani, e per aiutarle a migliorare, Dio le ha incarnate negli alberi, perché, in qualche centinaia di anni di vita “vegetale”, devono calmarsi, quietarsi…
Io, di fronte a parole così, mi trasformo in una personalità multipla: da una parte mi affascina la narrazione, la dimensione poetica, ma dall’altra, se queste ipotesi mi vengono proposte come realtà, i brividi lungo la schiena mi corrono.
Eppure capisco che oggi sono proprio le nuove frontiere della biologia vegetale a scardinare il comune pensiero e dare fiato a nuove congetture. L’analisi scientifica non lascia spazio alle ipotesi se non divengono prove metodicamente ripetibili, ma quando studi come quelli del Prof. Stefano Mancuso e del suo Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, vengono divulgati, non si può non far correre la fantasia.
Di cosa parlano questi studi? Svelano le trame di una sottile ma profonda natura comunicativa dei vegetali, una comunicazione diffusa a tutto il vivente, dal minuscolo fungo al grande mammifero. Tutto ciò è affascinante, presuppone forme di intelligenza strabilianti, e ci pone sempre più come esseri viventi legati da destini e cieli unici.
Per oggi mi fermo: so di non aver risposto alle domande con cui ho aperto, ma ancora non sono pronto e mi piace affrontare temi così delicati con gradualità e approssimazione. Vi lascio per ora con questi articoli sul lavoro di Mancuso: assolutamente da leggere!
Octavio Paz
paz l’hanno chiamato dopo…
Silvio, ?
va beh era una battuta
😀 parlava del frassino!
non mi sorprendono questi articoli, vivendo a stretto contatto con le piante si impara ad ascoltarle e a percepire quello che trasmettono , a me succede, mi viene naturale comunicare con loro e aiutarci a vicenda. Finalmente anche la nuova scienza ha capito che le piante si comportano come esseri intelligenti, ma non so se è un bene.
Paolo, accidenti! Qui il tempo non basta, per leggere tutto 🙂
C’è un libro che cerco di leggere da oltre 25 anni: si intitola “La vita segreta delle piante” e -a quanto ho capito- contiene ipotesi forse simili a quelle esposte qui sopra, illustrate con esperimenti sulla sensibilità dei filodendri, misurazione della loro capacità di reazione davanti alle menzogne, cose così. Da oltre 25 anni lo inizio, arrivo sì e no a p. 20 e poi la me stessa razionale e illuminista lo butta via indignata. Dopo 5-6 anni mi rifaccio affascinare e ci riprovo, ma ancora oggi non sono mai riuscita ad andare oltre p. 20: che sia arrivato il momento?
I miei complimenti a Emanuela per la citazione, noto che il corso di spagnolo procede 😉
– si considerano intelligenti…
– ma dai…
– sono andati sulla luna…
– a fare che?
– boh, però è intelligenza!
– ma dai che in 20 milioni di anni non hanno ancora capito come nutrirsi
– però comunicano
– e poi si ammazzano
– si divertono
– anche noi a vedere loro
– va beh ho capito ti stanno antipatici
– ne facessero una giusta e poi anche ieri uno mi è venuto addosso con quelle scatole di ferro che usano per muoversi; ma io dico se non sei capace, stai fermo!
– ho saputo che vogliono vedere se siamo intelligenti
– quando li vedrò fare la fotosintesi senza una laurea in chimica allora … forse…
possibile dialogo fra due tigli, non frassini che sono molto più timidi
sarò sincera: a me dà un po’ fastidio questo desiderio umano di antropomorfizzare tutto, di far passare tutto attraverso di sé, come se il proprio modo di sentire fosse l’unico esistente, possibile. non ho letto i link che proponi, parlo in maniera istintiva di ciò che queste derive umane mi suscitano, appunto, una lieve irritazione.
di sicuro ci sono tante e tante cose da scoprire, ma preferisco chi osserva senza porre la propria umanità, fisicità, psiche di mezzo. mi spiego, è ovvio che la speculazione è un atto umano, ed è indubbio che lo spunto iniziale sia tale, ma poi bisogna fare un passo indietro e mettersi in ascolto vero, senza cercare la scorciatoia del “tu uguale a me”.
e poi a me piace che rimanga il mistero di ‘sta cosa, e la natura matrigna e le malerbe, mica che siamo tutti amici e compagnoni e comunicatori – io se le piante parlassero mi tapperei l’orecchi (alla toscana)!
Caspita Silvio! Complimenti! Mi ricordi Ray Bradbury!!!
Con Valeria sono in parte d’accordo, per la prima parte del commento. La stessa cosa d’altra parte dovrebbe avvenire tra persone e tra adulti e bambini. Chi lo dice che noi umani siamo tutti uguali? Ascoltare è la prima azione della comunicazione. Ma se ti tappi le orecchie…
emanu: tapparmi l’orecchi è un po’ per ridere, era nel caso le piante parlassero a voce alta! 🙂
ascoltare si, ma non con e orecchie…
eppure avevo scritto le orecchie
è ciccio anche Ray Bradbury
Non supponevo, Ammiraglio, che lei osasse spingersi così oltre nelle sue proposte di riflessione. Si vede che la urticante e spinosa via della selvatichezza la sta abituando a esperienze ben peggiori, come i possibili agguati dei sacerdoti del vetrino e del microscopio digitale nascosti dietro agli Spathiphyllum.
Se la natura è energia, mica le piante possono trattenersi dall’essere conduttrici della medesima. E ha ragione Valeria a dire che ce ne sono di più o meno “simpatiche”, altrimenti non si spiegherebbe il perché le tradizioni popolari sconsiglino di dormire sotto un noce o di prendere con le molle un sambuco (si capisce, Valeria, che lei le piante le ascolta. Infatti ne vende di bellissime proprio perché sono cresciute a contatto della sua delicatezza).
Nella lettura de “La vita segreta delle piante”, gentile Equipaje, io mi sono per ora fermato a pagina 100. In un certo senso è come se non avessi bisogno di procedere oltre, se non per curiosità spiccia. Mi piacerebbe molto capire perché il libro la irrita tanto. Non è una domanda-sfida, stia tranquilla. Personalmente non ho con le piante un rapporto che possa dirsi non ortodosso: non le sento, non ci parlo. Però è una cosa che mi fa sentire tanto stupido.
Un ampio saluto a CiccioSilvio.
ma non parlano, Valeria ….o forse si. E se parlano si rivolgono a noi o solo a se stesse. La nostra evoluzione che ci ha portatro a migliaia di liguaggi diversi e se le querce, in verità, è 5 milioni di anni che dialogano con gli abitanti di Verios 19, per di più deridendoci a più non posso (lo fanno con filmatini che si inviano col yellowtooth versione vegetale del blutooth). Forse il dott. Mancuso sta solo studiando la possibilità di scambio di informazioni tra vegetali senza porsi il problema: ma allora se si parlano possiamo dialogare; sono anche loro esseri evoluti come noi.
Sono convinto che gli altri esseri viventi su questa pallina non siano in competizione evolutiva con l’uomo. Come scrissi a suo tempo lo sopportano e aspettano con pazienza che finisca di scavarsi la fossa.
Trovo perlomeno arrogante pensare “io con le piante ci parlo”, ma sei sicuro che loro vogliano parlare con te?
A proposito di Ray Bradbury immaginati la scena: -oh mio bellissimo hibiscus come va, tutto a posto, hai sete? – – umh… stavo dormendo -.
Concludendo se penso al primo link “solo un millimetro ma è intellingenza” credo che per i politici italiani sarebbe un passo in avanti non indifferente.
nkugfiukkh (saluto dei Raphiolepsis 🙂 )
ma voi comunicate solo con le parole?
fortunatamente ogni tanto anche con qualche umano mi riesce di comunicare in altri modi.
Nostalgia
Tornare ad essere
un qualche vegetale
albero, fiore o foglia che sia
in lontane foreste del Nord
ove stare in buona compagnia
di qualche insetto o animale
di miti pretese
e di buon cuore
col quale intrecciare
un singolare colloquio
finalmente senza parole
E ne potrebbe nascere
– chissà –
forse anche una storia
d’amore
Mi piacerebbe molto capire perché il libro la irrita tanto.
Mah. Nei miei ricordi c’è un libro con un titolo intrigantissimo ma a-scientifico e con derive che probabilmente devo aver percepito come simil new-age visto l’effetto orticaria; ricordo anche di aver considerato “ma guarda quanto sono bravi questi a farsi finanziare dalle Università ricerche che manco gli IGNobel”.
Però appunto: da quando ero una iperortodossa studentessina di Agraria son passati alcuni secoli, ed è cambiato quasi tutto. Dunque prima o poi mi-ci-ri-ci-men-te-rò (mi si è attorcigliata la lingua solo a scriverlo, vedi).
E’ forse una nuova ed. compl. riv. e corr. quella in possesso del Micio Silvestre?