L’albero di Mario Luzi

Salix viminalis

Promenade humaine

Aveva, albero,
disobbedito alla sua norma,
aveva
lui
tradito o altri
contrastato la sua forma,
deviato dal suo fine
la sua forza?
E ora era
deforme

per errore
o cattiveria
di chi ? Si logora,
si imbroncia.
“Non piangere,
albero, non gemere”
gli gridano
le rondini
nei tuffi e negli affondo
del loro mulinello. “C’è
un’armonia più estesa
e misericordiosa
che abbraccia anche il tuo sgorbio,
lo modula, lo lima,
lo commisura
al suo perenne ritmo…”
Chi è, non è nessuno
ma c’è, onnipresente,
colui che raccoglie questo dialogo
e passa tra gli effimeri che passano
nel vento inesauribile del mondo…

da Luzi, M., La ferita nell’essere, Editoria L’Espresso, Milano, 2005.

Oggi, in pausa pranzo, ho mangiato un panino sotto l’ albero della foto e ho pensato che un anno e due mesi or sono moriva Mario Luzi, un poeta.

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