Lago di Fiè: un biolago di secoli
Il laghetto di Fiè a 1.056 metri d’altezza s.l.m. è, delle tante bellezze di natura e di paesaggio della val di Siusi, in provincia di Bolzano, quella a me più cara. Sono acque che ho iniziato a frequentare da ragazzo e che da allora vivo sempre più appassionato, nella pelle e nel cuore.
L’ambiente è artificiale, il lavoro risale all’alto Medioevo e fu deciso dai signori di Vols, gli stessi che fecero costruire il bellissimo Castello di Presule, restaurare la chiesa del paese e altre chiesette limitrofe.
Apprezzo tantissimo che il lago sia opera dell’uomo: una occasione per pensare che noi umani, terribile razza, spesso devastatrice, a volte riusciamo in cose che valorizzano, moltiplicano e proteggono la vita.
Il lago di Fiè è un ecosistema fragile in quanto le sue ridotte dimensioni, circa un ettaro di superficie e una profondità massima di metri 3,5 (dati provincia autonoma di Bolzano), lo rendono particolarmente vulnerabile e bisognoso di cure. L’invaso è alimentato da una sorgente che sgorga ai piedi della montagna, ha una superficie di un terzo circa occupata da un canneto e da alcuni anni è oggetto di regolari e accurate manutenzioni. Recentemente, il luogo, ha ottenuto un meritato premio speciale per la qualità ambientale e turistica (vedi il sito di Legambiente concorso Ecosistema Lago).
Personalmente, come giardiniere, lo considero un perfetto ed incoraggiante esempio per spronarci alla costruzione di quelli che oggi chiamiamo biolaghi… Coraggio colleghi: i nostri antenati hanno fatto capolavori!!! Sono convinto che opere come il laghetto di Fiè siano prossime, per levatura, ai grandi lavori d’arte: si differenziano perchè vive e non sottoposte al solo nostro controllo. La loro grazia attinge a quella di in una moltitudine di esseri viventi: è bene ricordare che quando lavoriamo con la natura siamo sempre, nella migliore delle ipotesi, coautori.
OK, ritorno alla mia vita di cittadino bolognese, lasciandovi queste immagini e la bella poesia di Poe…
Un saluto grande 🙂
Il lago di Edgar Allan Poe
Nel fior di giovinezza, ebbi in sorte
d’ abitar del vasto mondo un luogo
che non poteva ch’ essermi caro e diletto –
tanto m’ era dolce d’ un ermo lago
la selvaggia bellezza, cinto di nere rocce,
con alti pini torreggianti intorno.Ma poi che Notte, come su tutto,
aveva li’ disteso il suo manto,
e il mistico vento e melodioso
passava sussurrando – oh, allora,
con un sussulto io mi destavo
al terrore di quel solitario lago.Pure, non mi dava spavento quel terrore,
ma anzi un tiepido diletto –
un diletto che ne’ miniere di gemme
ne’ lusinghe o donativi mai potrebbero
indurmi a definir qual era –
e neanche Amore – fosse anche l’ Amor tuo.Morte abitava in quelle acque attossicate,
e una tomba nel profondo gorgo
era disposta per chi sapesse ricavarne
un sollievo al suo immaginare:
il solingo spirito sapesse fare
un Eden di quell’ oscuro lago.
..bello..bellissimo..stupendo..lo conosco e mi ha sempre affascinato…grazie comunque ! silvana.