Manifesto per il giardino
Recentemente ho visto sul sito di Report il documentario Confronting the evidence (in onda domenica 24 settembre su Rai3), il primo filmato americano distribuito gratuitamente che mette in luce i punti oscuri dei fatti dell’11 Settembre e tutte le omissioni prodotte dalla Commissione d’indagine americana.
Io non so se ciò tutto ciò che si dice in questo filmato sia vero, so che il senso di tristezza provato durante e dopo la visione è assoluto. Questo è il link per vederlo
Personalmente mi è tornato alla mente un passo famoso di Italo Calvino da ‘Le città invisibili’ del 1972:
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.“
Io sono un giardiniere e questo è un blog di giardinaggio: concedetemi, sulle spalle di un maestro, di rispondere, tentando una ulteriore messa fuoco del mio personale credo verso il giardino, del mio personale non inferno (senza dimenticare di sostenere tutti coloro che sui fatti cruciali delle nostre comunità si adoperano in prima persona per l’affermazione e il rispetto della vita).
Credo nel giardino, credo in una nozione di convivenza pacifica, di qualità della vita che, come nel Candido di Voltaire, fa del giardino il suo segno rappresentativo.
Credo nel giardino come simbolo, simbolo di vissuti positivi, di orizzonti di senso, di figure terrene di felicità.
Credo nel valore fondamentale della natura che accoglie l’uomo, un valore che si dispiega nella continua tensione ad equilibri, ad ecosistemi maturi ove il maggior numero possibile di esseri viventi trovi il proprio spazio e la propria espressione.
Credo nel giardino come tensione alla reciprocità con altre forme viventi, alla ricerca di un piacere condiviso, ad un senso e ad un rispetto profondo della vita in tutte le sue manifestazioni.
Credo nell’azione del giardiniere, un’azione che risponde alla forza creatrice della natura e che non dimentica i propri limiti: non dimentica che senza questa risposta non ci sarebbe giardino, non ci sarebbe dialogo.
Credo in un umanesimo che passa attraverso la relazione con la natura che circonda tutti gli esseri viventi e che crede nella forza e nella bellezza del completamento reciproco.
Sarebbe bello se questo personale canovaccio diventasse la base per una elaborazione comune, un concetto da far crescere con il contributo di tutti coloro che vorranno darlo: mi affido alla rete e ai suoi navigatori.
Un saluto grande 🙂
sottoscrivo interamente, non saprei trovare parole più giuste.
Mi piace soprattutto l’idea del giardino come piacere da condividere! i giardini segreti, sono piccoli paradisi sterili, non danno frutti e spesso spariscono col loro piccolo dio imperfetto. saluti carlo alberto