Delle piante: appunti per una riflessione
Oggi vi propongo alcuni appunti e citazioni prese negli anni passati legate ad una riflessione sul nostro rapporto con le piante. Ve li offro grezzi, direttamente dal file di memoria.
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* Fabrè nel suo classico La storia del ceppo [2] parla delle piante come di esseri potenzialmente immortali. Potendo le piante riprodursi per via vegetativa e ottenendo individui identici per Fabrè (e non solo per lui) i confini temporali (nascita, morte) si dilatano, quasi si annullano…
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* La comparsa del fiore, Darwin la definisce ‘abominevole mistero’: ricercatori dell’Università della Florida guidati da David Dilcher e scienziati cinesi, hanno scoperto in un sito a 400 chilometri da Pechino il fossile della prima pianta con fiori, battezzata Archaefructus liaoningensis. Il fossile di Archaeofructus risale a 140 milioni di anni fa, a cavallo fra il Giurassico e il Cretaceo, mentre nel mondo animale dominavano i dinosauri e le piante si riproducevano per spore o per gameti con il solo veicolo dell’acqua o del vento…
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* La vita degli animali e degli esseri umani dipende interamente dalle piante, dalla loro capacità di costruire cibo e di produrre ossigeno: parliamo della fotosintesi, sei molecole di acqua più sei molecole di anidride carbonica, l’energia del sole sfruttata dalla clorofilla per una molecola di zucchero e sei di ossigeno… il nostro cibo e la nostra aria…
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* L’imprevedibilità della natura: parliamo di mutazioni spontanee, ad esempio i coltivatori da secoli conoscono le chimere d’innesto dove avviene la fusione di due tessuti di piante appartenenti a specie diverse per dare origine ad un individuo dalle caratteristiche imprevedibili. Tra le tante mi viene in mente quella conservata nell’orto botanico di Napoli, una chimera d’agrume, una pianta i cui frutti presentano in superficie parti arancione e parti gialle, da cui il nome di “braghe tedesche” (dalla divisa a strisce gialle e arancione dei soldati Lanzichenecchi). Tale pianta è una chimera da innesto appunto, e presenta una particolare commistione di cellule geneticamente diverse tra di loro, originata dall’innesto di un limone su un arancio amaro che non ha portato allo sviluppo di un limone bensì di un albero che presenta, in modo particolarmente evidente nei frutti, caratteri di ambedue gli agrumi citati.
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* L’uomo apprendista stregone: parliamo di mutazioni indotte, le piante transgeniche. Le piante transgeniche sono prodotte da quasi venti anni e al momento attuale più di cinquanta specie di interesse agrario sono state ingegnerizzate per ottenere resistenza a patogeni o insetti, tolleranza a determinati erbicidi e infine per ottenere prodotti con caratteristiche nutrizionali migliorate. Nelle piante migliorate geneticamente con la tecnologia del DNA ricombinante, si introducono in un esemplare geni di diversa origine appartenenti ad ogni regno dei viventi, a partire dai virus per terminare all’uomo. Storicamente, i primi geni ad essere stati introdotti in piante sono i cosiddetti geni marcatori, cioè geni che consentono, attraverso la loro espressione, di identificare le cellule (o le piante da esse rigenerate) che hanno ricevuto le nuove informazioni genetiche. In molti casi si tratta di marcatori selettivi, cioè di geni che permettono la sopravvivenza della cellula trasformata in condizioni di coltura che causano la morte delle cellule che non hanno ricevuto il gene. Appartengono a questa categoria i geni per la resistenza ad antibiotici (ad esempio: kanamicina, igromicina) di origine batterica o ad erbicidi (ad esempio: glifosate, glufosinate) la cui origine può essere diversa. Tra le piante attualmente sul mercato o in via di commercializzazione circa il 60% utilizza geni marcatori di tipo antibiotico-resistenza mentre il 40% utilizza geni per la tolleranza a quattro diversi erbicidi (Chorolsuluron, glifosato, glufosinato o bromoxynil). Strettamente associati a questi geni marcatori ci sono i geni che codificano per i caratteri di interesse. La lista di questi geni é molto lunga, perché moltissime sono le combinazioni di geni che sono stati espressi nelle piante per motivi sperimentali.
[1] Hallé, F., 1999, In praisie of plants, Portland, Oregon, U.S.A., Timber Press, 2002, p. 31.
[2] Fabre, J.H.., 1927, La storia del ceppo, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1931.comparsa
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