Qual è il mio giardino?
Sorpreso e appassionato ho letto e riletto i vostri ultimi commenti (a proposito: grazie, grazie davvero 🙂 ).
A questo punto che cosa dico del giardino? Io che da molti anni non ho un giardino e che lavoro in quello di altri: qual è il mio pensiero? Il richiamo rilkiano del blog, l’Attraverso giardini a me caro rimane il senso profondo della proposta. Anche se appare come un paradosso sono convinto che è nella qualità della relazione tra esseri umani che si fonda il giardino. Credo che il rapporto con la natura, attivo, coltivante, acquista senso e bellezza attraverso uno sguardo condiviso, attraverso la nostra capacità di rispondere insieme al fascino verde, al legame misterioso e profondo che ci unisce al mondo vegetale e che ci ha sposati in una notte dei tempi.
Del nostro matrimonio con gli esseri di clorofilla il giardino rappresenta il lato chiaro, il piacere condiviso nella complessa alleanza per la vita; il fiore, la sua comparsa, è l’anello nuziale che abbiamo con entusiasmo accettato. eppure… eppure a volte la bellezza offerta non basta, desideriamo di più, molto di più, ricordate Fedele Azari? Il giardino diventa il luogo di questo di più, il custode del sogno umano sulla natura.
…. l’anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata in certi modi, come nelle situazioni romantiche. La cagione è la stessa, cioè il desiderio dell’infinito, perché allora in luogo della vista lavora l’immaginazione, e il fantastico sottentra al reale. L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario…
Il reale esclude l’immaginario come una selva oscura, buia e spinata, il veleno che si annida ha bisogno di un farmaco che sia riparo, Locus amoenus, radura, chiaro del bosco. Eppure è nel cuore umido della foresta la fonte di vita.
Qual è il mio giardino, allora? È la ricerca del varco, di tutti i sentieri che da esso portano alla natura e viceversa. Un cammino senza meta dove fiori ed emozioni sono i doni improvvisi del nostro incedere. Un incedere che riconosce l’innumerevole esistere del mondo. Nel mio percorso tante sono le figure incontrate, i varchi: il giardino dei noccioli a primavera al Sissinghurst Castle Garden è uno dei più preziosi. Quella lama di luce che accende per un attimo i colori pudichi di una flora minima e li esalta nell’ombra leggera dei noccioli e nella presenza piena di un Dioniso, segno inequivocabile dell’adesione alla vita, alla sua forza primordiale, è una delle immagini più potenti che conservo.
Ancora camminando.
…e continua a camminare così ! caro Paolo.
Non ho altro da aggiungere. Nella visione del tuo giardino hai compreso – nel vero senso del termine – anche la mia e penso quella di tutti noi.
Posso solo aggiungere che, per me che sono i primi passi, ho già comprato due libri di appassionati giardinieri e domenica mi andrò a gustare Trauttmansdorf.
A proposito di appassionati giardinieri….dove si può trovare il tuo libro (non so attualmente come versare la quota se lo scarico dal sito) mi piacerebbe averlo dal vivo…
Grazie di tutto. Valeria
Ciao Valeria, ti rispondo pubblicamente per la parte riguardante il libro. Purtroppo non c’è altra via al momento che l’acquisto via Lulu. Questa è la pagina di aiuto:
http://www.lulu.com/it/help/purchase
Da pochi giorni Amazon.com (bontà sua) mi ha preso come autore per il suo store internazionale. Questo è il link
http://www.amazon.com/s/ref=nb_ss_gw?url=search-alias%3Daps&field-keywords=%22paolo+tasini%22&x=17&y=26