Umore nero
Oggi sono di umore nero… (lavorando in un giardino sulle colline bolognesi, da quell’altezza ho dato un occhio alla cappa di smog che aleggia sulla mia città e ho pensato che sono matto a vivere lì!).
Mi è tornata alla mente un frammento di una poesia intitolata A forsaken garden del poeta inglese Algernon Charles Swinburne (la traduzione in lingua italiana è personale):
In a coign of the cliff between lowland and highland,
At the sea-down’s edge between windward and lee,
Walled round with rocks as an inland island,
The ghost of a garden fronts the sea.
A girdle of brushwood and thorn encloses
The steep square slope of the blossomless bed
Where the weeds that grew green from the graves of its roses
Now lie dead.
…
In un angolo della scogliera fra mare e altopiano,
Al bordo estremo a confine fra vento e sottovento,
Circondato dalle rocce come fosse un isola interna,
Il fantasma di un giardino fronteggia il mare.
Una cintura di sottobosco e spine delimita
Il pendio quadro e ripido e senza fiori
Le erbacce prosperano verdi nel luogo delle rose
Ora morte.
Scarpe grosse e cervello fino giardinieri: tanti sono i fantasmi di giardini che aleggiano in città… Il nero smog è la loro/nostra cintura di spine.
Un saluto grande 🙂