Mio fratello chiama…
My brother calls the garden a graveyard.
He laughs at the plight of the grass
and ruthlessly counts the corpses of the fish
rotting beneath the sick skin of shallow water.
My brother is addicted to philosophy
he sees the healing of the garden in its death.
da Forugh Farrokhzad, ‘I Pity the Garden’, translated from the Farsi by Sholeh Wolpé. Trad. italiana personale.
Mio fratello chiama il giardino un cimitero.
Ride della crisi dell’erba
e senza pietà conta i pesci che galleggiano
putridi sotto il pelo tossico dell’acqua
Mio fratello ha un cuore filosofo
e vede la guarigione nella morte del giardino
Crisi dell’erba, crisi economica, crisi morale… Tante cose sarebbero da dire, chissà quante dai giardini, ma le piante tacciono e i giardinieri, emuli, pure. Mi rianimo alla sferzata di Forugh (il cui lavoro voglio approfondire) e con un magnifico album di “famiglia” or ora scovato su flickr.
Congedo questo ombroso 2008 con le parole asciutte e potenti del monaco Nichiren, 27 giugno 1276, da Felicità in questa mondo
Soffri per quel che c’è da soffrire e gioisci per quello che c’è da gioire. Considera entrambe, sofferenza e gioia, come fatti della vita…
Amici giardinieri, noi coltivanti siamo razza robusta, non facciamoci intimorire!
Un saluto grande 🙂
è vero! chi coltiva e tocca la terra non si fa intimorire nemmeno dal più “rigido” degli inverni e aspetta paziente la primavera…diciamo però al monaco che di “neve” ne è venuta giù abbastanza per quest’anno ;o)
la tomba e le parole persiane mi hanno ipnotizzato!
un caro saluto , carlo alberto
In ritardo ma di cuore: auguri anche a voi cari Bloggermate 🙂
Con l’augurio che il 2009 in arrivo ci permetta di coltivare i nostri giardini interiori.
Buon Natale, Annarita
A Paolo e agli amici del Blog il mio augurio, per il 2009 e anche dopo, di allestire bei giardini, dentro e fuori.
Un caro saluto Luciana
queste foto sono BELLISSSSIME.
grazie dana