Vieni bambino, vieni in giardino…

Oh si miei cari stasera ci facciamo del male. Colpa dei tipi di WordPress che hanno appena promosso per noi blogger l’uso di fotografie professionali nei nostri post.  Curioso della novità sono andato a frugare e ho cercato qualche scatto sui bambini in giardino: digitando gardens and childrens sono venute fuori montagne di immagini come quelle a seguire. Cosa ne penso? 36_2_16

Altro che emozione infantile: qui è la festa del comando, del controllo, dell’adulto che gode della buona esecuzione del compito assegnato (micidiali tutte quelle mani che accompagnano/impongono il gesto). Si gode dell’ubbidienza e si gode dell’estetica: che bel faccino/vestito perfetto/giardino impeccabile.

Bambini ribellatevi! Mandateci al diavolo. Appellatevi a Pippicalzelunghe, fatevi raccontare le avventure di Huckleberry Finn… E alla prossima chiamata in giardino scappate scappate… S’imboschi chi può!

Comments
10 Responses to “Vieni bambino, vieni in giardino…”
  1. valeria ha detto:

    davvero terrificanti, fintissime!

  2. Emanuela ha detto:

    Non hai osservato una cosa Paolo… Nella terza foto, la mamma, con le cesoie in mano, sta tagliando una mano del papà, perché non aveva fatto bene il suo lavoro di diserbo. Il maschio si gira un po’ spaventato. Non gli taglierà anche dell’altro? La femmina invece sembra divertita: finalmente qualcosa di nuovo in questa vita noiosa!
    La madre e le bimbe con le petunie, le stanno appunto mettendo graziosamente in un vaso che copre il montarozzo di terra sotto cui hanno sepellito lo zio. Il tagete l’hanno scartato, perché non ha lo stesso colore delle petunie. Nelle successive è chiaro che il fotografo ha ripreso nuovi tipi di mutanti, di cui la parte giovane, ancora attaccata alla parte più vecchia, è particolarmente interessata alla innaffiatura. Durerà poco: nell’ultima foto la parte giovane sta imparando l’uso della falciatrice: appena la parte vecchia si stenderà sul prato… zac!

  3. bassethound ha detto:

    Orrore!!! E neanche una cacca di cane poi….
    E nemmeno una bella chiazza senza erba perchè a forza di calciare dei palloni l’ hai divelta !!!!

  4. gatto silvestre ha detto:

    Non capisco tutto questo sarcasmo e questa censura della famiglia Himmler e dei suoi parenti. Ricordatevi che in fin dei conti sono quelli che pagano le fatture a Silvio…

  5. annarita ha detto:

    Nella mia scuola i bambini coltivano un orticello con l’aiuto delle insegnanti e si divertono un mondo! Salutissimi, Annarita

  6. cat ha detto:

    benvenuti nello psyco gardening!!

    che paüra…epperó ti devo confessare che alcuni clienti….

    annarita qui sopra sarai mica la maestra di mate di mio figlio??

    a tempi migliori, cat

  7. kong(zhong) ha detto:

    Burp!

    però attenzione tutti: prima o poi un bambino senza l’appoggio dei nonni può capitare e allora forse è meglio che sia buonino educato e che stia in giardino ad annaffiare i fiori e falciare l’erba.

    Perchè?
    Perchè sono alcune delle cose (le 1000 cose) che ti sei imposto di fare senza accorgerti che non hai più tempo per farle perchè: “un figlio, porca miseria, è più time-demanding di quanto mi aspettavo!”

    Ecco allora che -a mio avviso – esce il problema. Caro Paolo, non sono i bambini a doversi ribellare ma quegli adulti che non riusciendo a realizzare le cose che la moda o semplicemente l’essere “inseriti” gli impone cercano di sopravvivere alla vita (e ai figli) con fini strategie.
    Tra queste, vincente è di inserirli organicamente nel modello che si sono scelti o al più anestetizzarli perchè – pur fuori dallo schema – stiano buonini buonini.

    Credo che in quelle situazioni fotografate, all’equazione:
    giardino=piacere
    e forse anche a quella più generale esistenza=piacere), si sia sostituita quella:
    giardino=dovere + E
    (dove E è l’errore statistico che da conto anche di quei momenti in cui a fianco del dovere trovi un poco di piacere).

    Sarò e sono presuntuoso , ma è questo che deve cambiare!

  8. silvio ha detto:

    … come dovrebbero essere per essere vere? manca forse una zoommata di una canongardener sulla cacca del cane? nn si è riusciti a trovare un angolo abbastanza brutto da elevare ad archetipo di un giardino mediocre come quelli tipici di coloro che pagano le fatture a Silvio ed appena appena degni di un misero servizio fotografico non certo di filmati ne recensioni multimediali?

    Mancano di realismo, di sincerità? bambini, pensate, a cui viene impedito di bagnarsi come pulcini togliendoli la libertà di prendersi una polmonite, bambini con le ali dell’inzaccheramento tarpate da madri col grembiule con su scritto” got mit uns” che pur di non fare la terza lavatrice sarebbero disposte anche a dare due scopaccioni al figlio. Madri violente incapaci di aprire un vero dialogo col figlio di tre anni sull’importanza botanica di una corretta innaffiatura soprattutto per le piante idrofile, impongo in maniera arbitraria dogmi che determinano forme di sudditanza subliminale che possono portare a comportamenti antisociali e/o aggressivi. Tanto poi a diciasette anni va alla baia, si fa di bamba, e del giardino non gliene frega più nulla fino al primo figlio e riparte il ciclo.
    Paolo hai preso i ritagli del backstage della pubblicità della barilla e li commenti come se fosse vita vera. Il prossimo post sarà: la sostenibilità del ritorno dell’astronave in Wall-e.

  9. Paolo ha detto:

    Silvio io non ho detto che queste foto non sono vere. Rappresentano un mondo, un modo di vivere il giardino e l’ambiente. Un mondo e un modo molto lontano da quello che perseguo io.
    Se hai un attimo di tempo dai un’occhiata a queste immagini e dimmi cosa ci vedi. Ci tengo 😉

    Living With You
  10. kong(zhong) ha detto:

    Grande Silvio
    sorrido sorrido…

    Alla fine del mio post precedente avevo dimenticato di scrivere qualcosa sulle pubblicità Barilla come promotrici – nel mondo – del modello che esce dalle foto che stiamo discutiendo, modello che vorrei sottolineare non condivido.

    Un altro riferimento mi è piaciuto molto: “… madri naziste che pur di non fare la terza lavatrice sarebbero disposte anche a dare due scopaccioni al figlio…”, e – se l’autore permette – ne vorrei dare una lettura personale, forse diversa da quella originale.

    Ritorno al mio post: il punto è proprio che NON C’E’ TEMPO DI FARE LA TERZA LAVATRICE! Sono gli adulti a doversi ribellare alla necessità di fare la terza lavatrice.
    Chi ce la impone? la Barilla?
    La mamma dovrebbe picchiarsi da sola perchè ha accettato la convenzione (ritratta nelle pubblicità) di una vita perfetta, linda e profumata, dove non esistono problemi e – se ve ne sono – si risolvono velocemente e facilmente con il consumo del nostro prodotto!

    Perchè non posso mandare a scuola il bambino con i vestiti sporchi di erba? Non zozzo, il decoro è parte della disciplina che si deve agli insegnanti, solo macchiato.
    Risparmierei scopaccioni, isteria e 1/3 di lavaggi (due sono comunque necessari).
    E forse, dico forse, l’isteria risparmiata aiuterebbe nel rapporto con i figli, togliendone alcuni dall’alcool, dalla ganja, dalla bamba o dalla keta per forza (pur di non sentire più i genitori…).

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