La Foresta del Teso

Foresta del Teso, Maresca, 19 agosto 2012

Qui non se pò nulla, non si taglia una frasca se non vole la forestale: tutto per il bello!

Così dice il montanaro con cui scambio due parole lungo il sentiero verso Poggio dei Malandrini.

Partiti da Casetta Pulledrari dove abbiamo lasciato l’auto, e’ il sentiero n. 3 destinazione monte Gennaio, la nostra meta.

Gli scatti che vedete riportano scorci in località Rombiciaio: è una successione di vallecole morbide e aperte, solcate da minuti rivi d’acqua in questi giorni allo stremo, ma pur vivi.  Lo strato arboreo e arbustivo è tutto di Fagus sylvatica; esemplari magnifici ad alto fusto svettano su una giovane popolazione creando un contrasto scenico di eccezionale bellezza. Alcune felci, Athyrium filix-foemina e Dyopteris filix-mas, accompagnano discrete. Dove la terra è più fresca tracce di Anemone nemorosa e Cardamine bulbifera segnalano la ricchezza del suolo.

Leggendo un poco i riferimenti sulla rete apprendo che la Foresta del Teso nasce come toponimo in epoca rinascimentale, indicato tra i possedimenti d’alcune famiglie nobili fiorentine. Si ritrova, al tempo dei Lorena, tra i beni annotati nello Scrittoio delle regie possessioni, poi, all’Unità d’Italia, tutto il territorio è attribuito in gestione al Demanio e quindi al Corpo Forestale dello Stato.

Queste le informazioni sui vari wiki e sui siti degli appassionati; silenzio invece sui riferimenti ufficiali come ad esempio il sito del Corpo Forestale dello Stato oppure il sito della Regione Toscana. Nulla pure sul portale dei Parchi Italiani. Non importa: la foresta del Teso qualcuno la accudisce, e bene.

Penso che chi preserva i luoghi in questo modo lavora in maniera molto vicina a noi giardinieri. Ci unisce il fine della bellezza. Anche se qui la forza della natura riduce l’importanza dell’uomo è pur sempre un gesto di cura, un gesto coltivante, che ci consegna queste meraviglie. Son ben contento di scoprire che anche in ambito forestale qualcuno sembra ragionare in questo modo.

Capisco il montanaro che si sente tolto dalle sue antiche abitudini, capisco una mentalità forestale che non si trova in questa “finalità produttiva”, ma ci sono scorci che, sono convinto, hanno più senso per tutti se coltivati in questa direzione. Trovo che coltivare la bellezza sia una risorsa assolutamente in linea con quei principi della Gestione Forestale Sostenibile che dalla conferenza di Helsinki faticosamente si sta portando avanti in tutta Europa.

Se i forestali a fianco della dimensione ecologica, economica e sociale, saranno in grado di inserire anche la valenza estetica, di perseguire con forza e fantasia una proposta di godimento del bello, sono certo che ciò porterà i suoi frutti.

Altri pensieri corrono: quanto è ancora grande il nostro patrimonio di natura! Grande e meraviglioso, e non mi tolgo dalla testa che in queste terre, negli appennini toscani, pochi secoli fa, scorazzavano bambini come Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti. Possibile che non corra un nesso tra la qualità dei luoghi e l’ingegno?

Oggi, tra i faggi del Teso e poi sulla vetta del Monte Gennaio, ho ripreso il buon umore. Bello :)

Comments
One Response to “La Foresta del Teso”
  1. Marco Degli Esposti ha detto:

    Bellissime immagini… tra l’altro in un posto davvero vicino. Marco

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