I topinanbur

Che gioia incontrare nelle nostre campagne i fiori di Topinambur, gli invasori allegri, prolifici e comunardi: dove oggi ne vedete uno domani siate certi, saranno cento!

Il mio cordiale benvenuto a questi alieni

Helianthus tuberosus

Topinambur abbandonati
qua e là , cari pargoli,
abbandonati in incontri
precari o in infinite assemblee
ma sempre un po’ distratti dall’infinito.
O filiazione
forse infida, dicono,
della luce più irta,
provocatori di paroline e bisbigli.
Provocare ad appelli ed a fini
rimproveri eh eh
fin dentro i giardini

dalla bellissima poesia Topinanbur di Andrea Zanzotto su www.vicoacitillo.it alla pagina dedicata ad Andrea Zanzotto

Un saluto grande 🙂

Comments
4 Responses to “I topinanbur”
  1. Polepole ha detto:

    …mumble… vedrò di farci più attenzione… però, ti dirò, quelli che vedo io hanno proprio quel capolino nero che hanno le prime mentre nella foto che hai indicato tu non è così scuro… boh, ti saprò rispondere.
    E poi: ma vuoi dire che i miei cari e amati topinambur, così buonibuonibuoni che mi piaccino da morire cucinati in tutte le maniere… sono quelli lì??? che carini, quasi quasi allora li pianto anche io… 🙂

  2. luciana moretto ha detto:

    Confondere Rudbeckie con Topinamur mi pare un po’ difficile.
    Il Topinamur raggiunge un’ altezza di 250 cm. Il suo capolino, di medio diametro, è completamente giallo ( qui da noi gli argini dei fiumi e canali sono in questo periodo dell’anno colonizzati dai topinambur )
    La Rudbeckia invece varia in altezza da 60 cm. a 1 metro. Il capolino è grande, con ligule giallo-oro e un grosso cono centrale, per lo più molto scuro.
    Convengo d’altronde con il fatto che a volte è necessaria una certa attenzione.
    Grande scuola la Botanica, anche per i nostri sensi!
    Un caro saluto Luciana

  3. Paolo Tasini ha detto:

    @ Polepole:

    A questo punto per sciogliere l’arcano sarebbe utile una foto… Se puoi mandamela proviamo ad identificarla.

    Bye 🙂

Trackbacks
Check out what others are saying...
  1. […] Per le piante selvatiche la cosa è diversa: più che un discorso estetico il loro problema è che le più non amano i terreni manipolati dall’uomo. Molte piante spontanee sono ben ancorate alle loro nicchie abitative e quando si tenta di trasportarle in un contesto di giardino spesso si rivoltano. I miei esperimenti di trapiantatore incauto (ad esempio la bellissima Galega officinalis) sono stati la mia amara scuola. Queste spontanee hanno problemi nell’insediarsi in terreni troppo fertili o permeabili, problemi di irrigazione troppo abbondante e battente nei giardini provvisti di impianti automatici. Non tutte però hanno queste difficoltà, alcune, perlopiù cosmopolite, hanno il problema opposto: si trovano così bene in un ambiente a bassa competizione come il giardino che organizzano una vera e propria invasione: un esempio per tutti? Provate a piantare un’innocente simpaticissimo Topinambur. […]



%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: