Le piante di mezzo
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From Maestri |
Le piante a confine tra il selvatico e il gentile sono le mie preferite: le piante di mezzo ho deciso di chiamarle. Non selvatiche ma anche non completamente ed irrimediabilmente da giardino; non bizzose, indomabili bellezze e neppure tronfie caramelle per gli occhi.
Per piante caramella intendo alcune vistose presenze che riempiono i nostri garden center, piante rutilanti ed esplosive nei colori che portano con sé oltre ad un’idea di innaturalità anche parecchia debolezza. Tante di loro, essendo frutto di un lavoro di selezione intenso, alla prova del giardino hanno serie difficoltà o quanto meno alte richieste di manutenzione; sono egocentriche, tutti i pollici dedicati possono non essere sufficienti per vederle in salute. In molti nostri giardini stanno come possono stare raffinati parigini nella giungla. Qualche esempio facile facile? Tante rose ibridi di Tea, tutte le Impatiens Nuova Guinea, le viole del pensiero, la moltitudine dei cosiddetti crisantemi dei fioristi (ibridi con sangue da C. indicum e C. morifolium).
Per le piante selvatiche la cosa è diversa: il loro problema è che molte non amano i terreni manipolati dall’uomo. Diverse piante spontanee sono ben ancorate alle loro nicchie abitative e quando si tenta di trasportarle in un contesto di giardino spesso si rivoltano. I miei esperimenti di trapiantatore incauto (ad esempio la bellissima Galega officinalis) sono stati la mia amara scuola. Queste spontanee hanno problemi nell’insediarsi in terreni troppo fertili o permeabili, problemi di irrigazione troppo abbondante e battente come spesso accade nei giardini provvisti di impianti automatici. Non tutte però hanno queste difficoltà, alcune, perlopiù cosmopolite, hanno il problema opposto: si trovano così bene in un ambiente a bassa competizione come il giardino che organizzano una vera e propria invasione. Un esempio per tutti? Provate a piantare un’innocente simpaticissimo Topinambur.
Le cosmopolite sono piante con una estesa distribuzione geografica, in due parole migrano e sanno adattarsi. Sentite come la pensa su di loro il botanico Antony Huxley nel suo Il pianeta delle piante, Mondadori, 1975 pag. 314:
Il mondo vegetale comprende i tipi aggressivi e opportunistici, i cittadini del mondo che noi chiamiamo erbacce. Questi intrallazzoni o “barboni” sono riusciti a sfuggire in qualche modo alla limitazione di qualche condizione ambientale e riescono a vivere quasi dappertutto soggiacendo quasi esclusivamente alle variazioni del clima. Naturalmente un’erbaccia è tale perché così la considera l’uomo…
Queste intrallazzone ed opportuniste piante godono di tutta la mia simpatia ma in giardino devo stare attento; ecco allora le piante di mezzo. Le piante di mezzo sono varietà con caratteristiche di alta adattabilità (vicine ai caratteri delle cosmopolite) ma con minore irruenza: magari perché sterili oppure perché semplicemente manifestano una vigoria minore.
Ne’ selvatiche ne’ super-artificiali, semplicemente frutto di variazioni naturali conservate dall’uomo. Esse godono della terra da giardino ma sopravvivono anche senza concimazioni regolari, hanno bisogno di cure ma possono anche stare un po’ trascurate.
L’idea che per i giardini del futuro ci fosse bisogno di piante così fatte è sicuramente figlia degli olandesi Piet Oudolf e Henk Gerritsen. Il loro prezioso lavoro di selezione di varietà di erbacee (a proposito lo sapevate che tante delle loro star plants provengono dagli orti botanici dell’ex blocco comunista?) è un punto di riferimento importante.
Nella bella foto di copertina del loro primo libro catalogo vedete alcune di queste superbe piante in particolare Astilbe chinensis var. taqueti Purpurlanze e Carex muskingumensis ripresi nei fantastici beds di Pensthorpe.
Pensthorpe. Pensthorpe. Io prima o poi lo trovo il modo di andarci a Pensthorpe.
Un saluto grande 🙂
Planting the natural garden, Piet Oudolf
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Comments
4 Responses to “Le piante di mezzo”Trackbacks
Check out what others are saying...-
[…] dopo aver predicato in fatto di vegetali, erbacee in particolare, selvatichezza e vie di mezzo https://attraversogiardini.it/2008/02/17/le-piante-di-mezzo, dopo aver disdegnado quelle che con eufemismo ho chiamato piante caramella, ebbene, eccomi […]
e quando ci vai fammi un fischio!
“Piante di mezzo”, niente spiegherebbe meglio, bella paolo, già adottato! saluti carlo alberto…ho in arrivo al garden una tonnellata di papaveri americani, gialli arancio, bianchi fucsia….come ti capisco….
Bellissime, e di questi stessi paesaggi nel nord della Francia, sulla costa ce ne sono di stupendi. In particolare a Cap Frehel.
Peccato che qui da noi non siano così diffusi e si possano impiantare in giardini pubblici. Farebbero la loro bella figura.
Che meraviglia Pensthorpe! E delizioso il tuo excursus tra le piante, come sempre. In Sicilia a maggio ho visto interi prati di minuscoli fiori colorati, un tappeto fremente di semplicissima e toccante bellezza. I fiori sono un dono splendido e ammirarli nel loro ambiente naturale è magnifico, in casa danno calda allegria, ma muoiono facilmente, soprattutto a me 😦 Buon fine settimana
Annarita