Ciao crabapple
Ciao crabapple, sparuti melini che ancora resistete al gelo e alle nostre pance…. Possa io anche quest’anno piantarvi numerosi.
Se volete ubriacarvi di crabapple visitate questa fantastica galleria del fotografo inglese Clive Nichols
La mia piccola collezione invece è qui su google. Buona visione.
Vuoi leggere tutti i post del sito sui meli da fiore? Se si, clicca qui.
Site Search Tags: Technorati Tags: piante, giardino
Comments
3 Responses to “Ciao crabapple”Trackbacks
Check out what others are saying...-
[…] Si la lista di accuse è lunga: espressioni come “La moltitudine di cespugli ornamentali, così volentieri piantati in giardino, si caratterizza come insignificante fonte alimentare per gli animali selvatici” sono corollari incastonati fra le note botaniche delle piante prescelte. Ma è proprio sulla base di osservazioni come questa che negli anni ho iniziato a criticare la visione di Reinhard, almeno nelle sue estremizzazioni. Trovo giuste le considerazioni sulla sterilità delle piante da giardino, ma non tutte lo sono: ad esempio cosa dire della moltitudine di farfalle diurne attirate dell’asiatica Buddleia davidii o dei numerosissimi esotici Cotoneaster le cui bacche sono prese d’assalto dall’avifauna durante l’intera stagione autunno-invernale. Non mi fate poi parlare dei miei amati crabapple. […]
è proprio vero! quando una cosa è proibita diventa ancora più meravigliosa! perchè non posso piantare anch’io i melini deliziosi? 😦 saluti carlo alberto
Dopo la lettura del volume Van den Berk on Trees ho dei dubbi sulla corretta nominazione del Malus che trovate nello scatto di apertura. Fino ad oggi pensavo si trattasse di Red Sentinel ma Van den Berk nella descrizione del Red Sentinel parla dello spuntare primaverile di giovani foglie rosse poi viranti al verde, cosa che nelle mie piante non riscontro.
Il testo sacro “J. L. Fiala, Flowering Crabapples:The Genus Malus, Timber Press, Oregon, 1995” purtroppo non è d’aiuto.
Stiamo comunque parlando di differenze minime ma essendo io curioso (e pignoletto) ho imparato che anche i migliori vivaisti possono incappare uno sbaglio di nominazione (in questo caso le mie piante provengono dall’Olanda).