Le tre regole di Dan

…three rules of gardening? Adopt no rules. Ignore everything you read. Shoot the autorities.

Così la pensa e la dice sull’ultimo numero di Garden Illustrated, Dan Hinkley cacciatore di piante, fondatore dei famosi vivai americani Heronswood Nursery (quante notti a fantasticare sulle loro produzioni…).

In giardinaggio insomma il celebrato Dan ci consiglia di non avere regole, dimenticare ciò che si studia e sparare alle autorità. Io leggo stupito, anche divertito pensando all’unica autorità che riconosco: la bellezza delle piante, quel prezioso, luccicante filo d’Arianna, al quale, ovviamente, mai sparerei…

Prunus persica


Un saluto grande 🙂

Comments
6 Responses to “Le tre regole di Dan”
  1. kate ha detto:

    I like those rules … great advice. Beautiful photograph too. Flowers these days look wonderful to me!

  2. silvana ha detto:

    …adesso saremo in due a fantasticare..quante cose meravigliose stò scoprendo..buon lavoro mago giardiniere! silvana

  3. I used to love to read Dan’s incredible catalogues from Heronswood. His essays ranged from thought provoking to humorous accounts of plant hunting. It makes me sad that I never got to visit Heronswood. At least Dan is still writing & lecturing.

  4. annarita ha detto:

    L’altra sera in libreria ho visto un libro che mi sembra assai adatto a te e desidero segnalartelo. Si chiama “Storie di insospettabili giardinieri” di Delfina Rattazzi, Cairo Publishing, 13,00 euro. Su IBS ho trovato questa sintesi:

    Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti e autore della Dichiarazione d’Indipendenza, seminò migliaia di piante. Robert Louis Stevenson, a Samoa, quando non scriveva, strappava erbacce. Catherine Deneuve, che ama l’iris più di qualsiasi altro fiore, ha un grande giardino, molto selvaggio, in Normandia; nessuno ha mai potuto fotografarlo. Il mondo del giardinaggio non è composto esclusivamente da vecchie signore in stivali di gomma e da persone in fuga dalle sfide della modernità. Le piante attraggono i riflessivi e i solitari, ma anche gli uomini d’azione. I giardini nascono da una visione, una volontà, forse una vanità. Chi pianta si mette in gioco, non si sente onnipotente. Accetta l’imprevedibile e guarda. “Nel rapporto fra uomini e piante sono gli esseri umani a interessarmi” scrive Delfina Rattazzi. E approfondendo questa inusuale prospettiva traccia affascinanti ritratti di decine di celebri personaggi del passato e del presente. I giardini prendono l’anima di chi li ha concepiti e ce la restituiscono in forma di piante e di fiori.

    Buona lettura, Annarita

  5. Paolo Tasini ha detto:

    Arg… sono giorni che non frequento il blog: la primavera è scoppiata e il giardiniere pure. 🙂
    Grazie dei commenti e ad Annarita dell’ottima segnalazione.

  6. davide ha detto:

    Sono d’accordo con Dan “non avere regole, dimenticare ciò che si studia”. Magari sparare no, ma cibarsi delle proprie esperienze ed avere uno sguardo critico questo sì. Anche Fukuoka (“La rivoluzione del filo di paglia”) non voleva dettare regole, ma metodi.
    Buona giornata a tutti.

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