Sulle piante: una riflessione di Yildiz Aumeeruddy
“… al di là di ogni considerazione possibile le piante sono una fonte di pace. I miei rapporti con loro sono resi semplici e calmi dalla consapevolezza di un sentimento universale di tristezza. La loro semplice presenza è per me confortante. Osservando le piante permetto alla loro bellezza di investirmi, con forme, colori, profumi. Ciò mi aiuta a dimenticare, a rimuovere le mie preoccupazioni e sentimenti depressivi. Osservare le piante non è cosa immediata. Ci si approccia meno facilmente rispetto agli animali. Una certa preparazione è necessaria, nella mia infanzia ci sono stati momenti speciali che hanno permesso che mi avvicinassi con poco sforzo. Per approcciarsi alle piante è necessario unirsi a una tradizione. Siamo attratti spontaneamente dagli animali, invero impariamo ad amare le piante. I vegetali hanno una vulnerabilità che mi tocca profondamente ed il mio collegamento a loro è fondato in una larga misura su un sentimento di pietà …”
Dallo stupendo libro di Hallé In praise of plants (altro testo da aggiungere al triste elenco dei “non pubblicati nella nostra lingua”) vi ho proposto, traducendole, le bellissime parole di Yildiz Aumeeruddy, una etnobotanica specializzata nello studio della flora Himalayana.
Questo è il testo in lingua inglese:
“… above all they are a source of peace. My relations with plants are made simple and calm by my feelings of shedding a universal sadness. Their simple presence is profoundly comforting and calming. To observe plants is to allow them to spread their beauty over me, of forms, colors, scents. This is an unfailing means for forgetting, removing my cares and feelings of depression. To observe plants directly is not always easy. They are less easily approached than animals. Some preparation is necessary, which certain special moments of my childhood have allowed me to experience with little effort. To become interested in plants is also to join a tradition. We are spontaneously attracted by animals, but we learn to love plants. Plants have a complete vulnerability that touches me deeply, and my attachment to them is in large measure founded on a feeling of compassion …”
Un saluto grande 🙂
M’è capitato di confessare – nel corso di un reading di poesia – di sentirmi più vicina al mondo vegetale che al mondo degli umani. Inimicandomi gli umani e suscitando negli astanti un certo quale imbarazzo. Ma tant’è.
Un caro saluto Luciana
E’ vero, l’amore per le piante non credo nasca spontaneo, ci si accosta al mondo vegetale con un maestro (nonna contadina, padre cacciatore (ahimè!), zia ortolana…) che, gelosamente, ti trasmette i propri segreti e ti abitua all’osservazione.
Le piante ricambiano le attenzioni in tempi lunghi, non ti “fanno le feste”, ma il ricordo dell’incontro con un albero maestoso può accompagnare tutta una vita.
Cari saluti carlo alberto