Piantare un albero
Stamattina ho messo dei semi di ciliegio nel terriccio. Vengono dall’arboreto di Bologna. Li ho conservati dopo aver gustato il buon sapore delle ciliegie. Non so se qualcuno di questi nocciolini mi darà la soddisfazione di volersi sviluppare ma sarebbe bellissimo. In ogni caso, per sicurezza, pianterò anche un ciliegio più grandino, perché piantare un albero quando un bambino nasce è tradizione della mia famiglia, tradizione della mia terra. E’ come provvedere il bambino di una piccola dote futura e pregustare la sua espressione quando, fra qualche anno, a cavalcioni di un ramo, gusterà le ciliegie calde di sole. Un’esperienza straordinaria, sia perché ormai rara, sia per l’intensità del momento.
Se dovessi giocare ai desideri, l’albero di ciliegie lo pianterei non distante da un fossatello. così che si debba, per raggiungerlo, cavarsi le scarpe e mettere i piedi in acqua. E sul percorso, un po’ di graminacee alte, per giocare a non trovare la strada e poi… eccolo lì, il ciliegio! Metterei un secchio come perso lì, accanto al tronco, per ringraziare con una piccola benedizione il dono dell’albero. E un cestino, per imparare a mangiarne due e a regalarne una.
Invece dovrò piantare l’albero, per ora, sul terrazzo e inventare labirinti tra i vasi, per rendere interessante la conquista. Un albero addomesticato, da rimettere in libertà. Rimettere in libertà usanze significative, bambini e perché no, anche lo stile di vita, è un buon obiettivo. Buona selvatichezza Tobia!
Urca e Superurca! Benvenuto Tobia e benvenuta nonna Emanu 🙂 . Ho da parte per voi semi, legnetti e un superbacio 🙂