Aggiornamento sui castagni di Poranceto
… e così il commento di Alessio, abitante del minuscolo borgo di Poranceto, riaccende la discussione sulle potature ai castagni plurisecolari di cui tanto abbiamo ragionato.
Per chi ci legge da oggi ripropongo il link al post più denso di pensieri e riflessioni su quanto è accaduto: questo, qui invece tutti gli articoli (cliccate sull’evidenziato per accedere).
Ripropongo anche la risposta dell’autorità competente alle nostre richieste di spiegazioni:
Lettera del Consorzio Parco Regionale dei Laghi Suviana e Brasimone.
Riussumo ciò che ho compreso:
1- L’area dei castagni è privata.
2- E’ soggetta alle normative generali della Provincia e vincoli particolari essendo area Sic ovvero sito di interesse comunitario come possiamo vedere da queste documenti oggi disponibili:
IT4050020 – SIC
Laghi di Suviana e Brasimone
Superficie 1902 ettari
Province e Comuni interessati BOLOGNA (Camugnano)
Enti gestori Parco regionale Laghi Suviana e Brasimone
- Formulario Natura 2000 del sito IT4050020 [File pdf – 51 kB]
- Note esplicative al formulario [File pdf – 106 kB]
3 – L’ente Parco ritiene che le potature nell’area segnalata siano state appropriate in un ottica di recupero della zona a castagneto produttivo. E’ stata presentata una perizia redatta da un tecnico abilitato e questo è quanto.
5 – Penso che l’ente Parco abbia la responsabilità di far vivere questo incredibile ambiente e farlo dialogare con il pubblico.
6 – Voglio dare atto e merito a chi (il Parco?) nelle aree limitrofe al museo ha eseguito, negli anni recenti, potature e rimonde che hanno preservato, coltivato la straordinaria bellezza degli esemplari presenti. Potature e cure diametralmente opposte a quelle su cui ora ragioniamo. Questo castagneto come coltivazione affonda nella notte dei tempi. E’ stato trascurato/abbandonato per diversi anni a partire dagli inizi ’70. Nel 1995 l’istituzione del Parco e l’intervento di bonifica di cui sopra.
in sintesi ripropongo i due quesiti per me chiave:
Il primo lo faccio con le parole di Gatto Silvestre
Possibile che un lavoro sulla carta “silvicolturalmente corretto” si riveli una bestemmia nel momento in cui uno strumento micidiale ti consente di affondare il taglio oltre il necessario, azzerando una forma in cui risiede il valore stesso del castagneto?
Il secondo con le indicazioni di Michele del WWF dove si cita il monografico sulla castanicoltura edito del “Il divulgatore“. Qui i professori Marco Campacci, Giustino Tonon dell’Università di Bologna, – Dipartimento di Colture Arboree, tra l’altro scrivono:
… in castagneti con notevole valenza paesaggistica e turistico-ricreativa, l’operazione di potatura dovrà essere il più possibile rispettosa della monumentalità delle piante ed essere di basso impatto visivo …
Ecco il PDF dello studio
TECNICHE DI RECUPERO E DI GESTIONE CASTAGNETI ABBANDONATI
La domanda è: quali sono le motivazioni tecniche dei professionisti che hanno avallato l’intervento?
Spero sia chiaro l’intento di comprendere e allo stesso tempo di promuovere un punto di vista che non vuole essere pensiero unico, “pensiero giusto”, solo un pensiero che ci tiene e molto a ciò che ha incontrato e ci tiene ancor di più a condividere, spiegare, l’emozione straordinaria che quel luogo gli ha donato.
In attesa di risposte vi lascio con questa “calda” immagine da Poranceto del mio amico fotografo Marco… (Si si questa volta ci sono anch’io 🙂 )
http://wikimapia.org/#lat=44.1329264&lon=11.0941514&z=17&l=4&ifr=1&m=b