Il lavoro del giardiniere e il vento di Maurizio

Ho passato la settimana scorsa a Verona con un gruppo di aspiranti giardinieri iscritti a un corso d’introduzione professionale richiesto da Lega Ambiente all’associazione Maestri di Giardino di cui faccio parte.

Oltre agli aspetti tecnici abbiamo affrontato i temi caldi del settore: i problemi dell’albo professionale, gli adempimenti burocratici, il pasticcio del sistema fiscale che ci vede colleghi fare le stesse cose con regimi e tassazioni diverse. Abbiamo discusso anche di senso, di valori estetici, temi questi di solito non toccati in ambito di lavoro e formazione. Mi ha fatto molto piacere riflettere per un attimo oltre la pagnotta.

E’ un periodo difficile per la nostra categoria. La professione del giardiniere è di libero accesso e può esercitarsi come lavoro dipendente inquadrato nel contratto agricolo che declina le qualifiche operaie a cui si associano mansionari molto dettagliati. Un operaio categoria 1A può usare la motosega, uno 3A no, uno 2B solo quella piccola e per periodi brevi.

Se invece esercito – questo il mio caso – la professione in proprio, posso farlo come artigiano iscritto alla Camera di Commercio nella categoria dei servizi, oppure posso icrivermi come imprenditore agricolo vivaista e proporre il giardinaggio in via secondaria.

Il tutto ora vive un momento di sospensione in attesa dei regolamenti attuativi che le Regioni sono tenute a fare a fronte della Legge 154/2016 e del suo perentorio art. 12: “…possono esercitare tale attività (costruzione, sistemazione e manutenzione del verde, pubblico o privato, affidate a terzi) le “imprese agricole, artigiane, industriali, o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze”)”.

La questione non è semplice perchè le Regioni non hanno trovato un’intesa sui contenuti e le forme dell’attestato di idoneità e hanno richiesto un tavolo alla Conferenza Stato-Regioni.

Ciò che mi preme dire, soprattutto rivolto alle nuove generazioni, è che al di là delle norme – speriamo le più chiare possibili – questa attività rimane un mestiere complesso e in quanto tale necessità di un continuo esercizio d’apprendimento, d’aggiornamento. La complessità é data in particolare dall’essere prossimi al lavoro artistico nella misura in cui si offre un prodotto valutato in termini di bellezza. Ecco perchè riflettere di senso ed estetica non è fuori luogo.

I giardinieri preparati affinano constantemente il loro operare, dalla scelta di piante, alla tecnica compositiva, alla definizione di uno stile. Per emergere sono elementi importanti  il talento e la creatività.

Non è facile, spesso si devono fare i conti con un sistema culturale che ha in’idea di giardino modesta che si traduce in ambito pubblico alla riduzione in spazi verdi a servizio igienico/ricreativo. Nel privato altresì è difficile affrancarsi dalla suggestione di un bene di lusso, spesso da ostentare.

In aula a Verona ho concluso la riflessione presentando un libro fresco di stampa: Vento alto di Maurizio Zarpellon. E’ un testo che racconta, attraverso la testimonianza personale, il mestiere del giardiniere. Il ruolo della passione, ma anche la fatica, l’incertezza, il dubbio. Maurizio è un collega della provincia di Cuneo, il suo vivaio e la sua attivitá in generale é molto apprezzata tra gli addetti al lavoro. A guidarci tra le pagine è un io narrante delicato, a tratti sospeso trattenuto. Consiglio a tutti i giovani appassionati che si avvicinano alla professione il capitolo sul giardino del vecchio in montagna. E’ un racconto di grande intensità che suggerisce un’idea di guadagno che va ben oltre la moneta.

Tutto ciò non toglie le difficoltà di un mestiere e la necessità di un reddito dignitoso.

Sono strade strette, tutte da inventare ed è bello quando qualcuno più avanti di noi ci racconta la sua e lo fa con sincerità, per un desiderio di condivisione, per un’occhiata indietro e per un sorriso che dice: sì, si può fare; si, ne vale la pena.

Leggendo Vento Alto ho ritrovato il piacere  dei testi di altri colleghi giardinieri che si sono messi in gioco con la parola scritta, penso in particolare a chi ha pubblicato in questi anni per Maestri di Giardino Editore. Maurizio lo ha fatto per la neonata Officina Naturalis a cui auguro tutta la fortuna e a cui mi iscrivo come lettore appassionato.

Maurizio ZArpellon

Maurizio Zarpellon

Maurizio Zarpellon, Vento alto © Officina Naturalis Editore, Moncalieri, 2017

Per ordini online:

officinanaturalis.editore@gmail.com

vento_alto

Le fotografie di questo post sono riprese dalla rete e di proprietà di Maurizio.

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  1. […] Tanto lavoro, tanto volontariato che ci ha arricchito ma anche fiaccato. Non è facile mantenere spazi di gratuità in un mondo del lavoro sempre più complicato (pensate solo alle recenti difficoltà dell’albo professionale). […]



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